INCHIUVATU - Via Matris

 

Nel 2008 Agghiastru inizia una sorta di viaggio alla 'riscoperta' del suono di Inchiuvatu. Nasce così l'idea di una trilogia di EP che, appongiandosi sulle vicende bibliche del Cristo, scruta nella maturazione dell'artista stesso. Nascono gli EP 33, poi Ecce Homo nel 2009 e INRI nel 2013. Ma non basta. Effettivamente il mondo Inchiuvatu è troppo complesso per essere affrontato in soli tre EP, allora ecco l'espansione, la trilogia diventa una pentalogia, e questo Via Matris è il quarto episodio. Via Matris riprende i temi della madre addolorata, esposti in 7 episodi. E sette sono i brani che, dopo la Via Crucis affrontata in INRI, oggi vengono narrati in questo lavoro musicale.

Si parte con In Utero, che alterna momenti di piano a sfuriate tribali. Ammuccia, lenta e ipnotica. Matri Addulurata, un autentico assalto sonoro. Trafitta, la più folk e potente. Eterna Gloria, quella più vicina al periodo di Addisìu. Scrucifissu: meravigliosa. Probabilmente la più significativa traccia dell'EP. Violenta, riflessiva ed eterea. Innovativa. Ma anche la conclusione del lavoro non è da meno, ed ecco la song Santa Balata. La più sperimentale, ma anche quella più matura, e che evoca ancora nuovi scenari musicale per un mondo Inchiuvatu che sembra non avere fine.

La particolarità di questo EP è il fatto che Agghiastru, assieme a Tati alle percussioni e Rosario Badalamenti alle chitarre, abbia voluto suonare il lavoro interamente con strumenti acustici: chitarre acustiche, bassi acustici, viole, trombe, percussioni, eccetera. Ossia tutta una strumentazione 'in assenza di elettricità', eccezion fatta per alcuni momenti di organo e poco altro. Il risultato? Devastante. Le trame sono violente, tribali, più vicino al periodo di Viogna per alcuni, proiettati nel futuro per altri. Insomma, una sfida entusiasmante che risponde alla domanda: è possibile fare del folk black metal utilizzando solo strumenti acustici? Ebbene, sì.

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