L' Addraunara di Nadur

 

 

Sono state tante le uscite della INCH Productions nel venerdì santo del 2013, appuntamento ormai fisso per nuove opere della Scena Mediterranea, e altre sorprese dovrebbero arrivare per inizio anno. Cercheremo di focalizzare un po' tutti i lavori usciti, cosa non facile, intervistando i diretti interessati. Lo facciamo solo ora perché volevamo avere una maggiore consapevolezza dell’impatto che i dischetti realizzati hanno avuto sui fan e ragionare quindi a freddo sulle scelte stilistiche fatte.

 

 

Il primo a cui, forzatamente, sottopongo le mie domande è Anthony ‘Nadur’ Sclai. Autore del progetto black, epic ADDRAUNARA e del bellissimo Næl, ma non solo.

 

Perché ancora un EP degli Addraunara dopo tanto tempo? L’ultimo lavoro Izæl risale addirittura al 2002.

 

Alla base di tutto c’è la spinta di Agghiastru. Avevo dei riff in un cassetto, ma avevo anche chiaro che gli ultimi due lavori andavano in una direzione che non mi soddisfaceva molto, quindi se si doveva registrare qualcosa di nuovo volevo assolutamente avere dei suoni diversi e una più chiara attitudine. E così è stato.

 

Infatti la prima cosa che salta all’occhio, pardon all’orecchio, è proprio una registrazione più ‘grezza’ e forse più vicina al primo periodo?

 

Volevo suonare una batteria vera e utilizzare i miei effetti. Volevo che suonasse violento e pieno di atmosfere. Fotocopiare i vecchi brani non avrebbe avuto senso, niente più drum machine. In Næl ho anche usato un piccolo basso distorto che fa le veci della chitarra. Ho sperimentato molto più di prima con qualche synth e mi sono divertito in assoluta libertà. In fondo è così che dovrebbe essere.

 

Sei quindi soddisfatto del risultato? Andrai avanti magari con più celerità?

 

Sono soddisfatto della libertà che ho avuto nella realizzazione del disco e dei tempi. Perché una cosa che mi hai chiesto è  perché ho fatto qualcosa di nuovo solo dopo dieci anni dall’ultimo Izæl, un tempo assurdo, no? Diciamo che ho lavoricchiato anche ad altre cose della Mediterranean Scene, non me ne sono stato con le mani in mano. La Caruta di li Dei in primis, anche se il mio lavoro professionale, non musicale, mi ha parzialmente allontanato dalla musica suonata. Avevo questi riff però e qualche idea nuova da sviluppare nella direzione del concept di Addraunara. Ultimamente stiamo rivalutando un po’ tutto il nostro vecchio operato, in fondo è la nostra Storia, merita rispetto e in qualche modo va portata avanti. Sì, sono orgoglioso di come siano andate le cose e sicuramente non attenderò altri dieci anni per fare qualcosa di nuovo.

 

Quali sono i momenti musicali di Næl che preferisci?

 

Sicuramente Malirizioni, ha un umore cangiante ed epico che mi esalta. A tratti è una cavalcata, poi diventa death/thrash, veramente vecchia scuola. Anche la titletrack mi piace molto, specie per il finale prog. Aggiungerei anche Surtilegiu, anche se è una bonus, ma ha dei riff taglienti e delle atmosfere epiche, forse è più vicina all’ultimo periodo di Addraunara che ho un po’ ripudiato, ma quel pezzo è efficace. In generale mi piace come suona e come non nasconde quella che ormai è una caratteristica del progetto Addraunara che si rinnoverà di lavoro in lavoro.

 

 

Riguardo al concept invece…

 

Continua la narrazione della strega Næl e delle sue vicende. Diciamo che ho definito questo spazio epico con satiri, ninfe e demoni esaltati da quella che è la forza evocativa del mediterraneo antico. Malefici, sesso, vendetta. E non ho intenzione di fermarmi. Man mano che scrivo, tutto il racconto mi appare unitario e pieno di interessanti sviluppi. Le due ninfe che vedi raffigurate nella pagina Addraunara dei sito sono già una sorta di anticipazione.   

 

Ovviamente nessuno ti ha imposto nulla e mi pare che ‘l’anarchia’ di cui gode la Scena Mediterranea ti permette questo ed altro, ma non trovi alla fine un po’ riduttivo stampare il tuo lavoro su un cd-r?

 

Ti sei risposto da solo. Noi siamo anarchici e ce ne siamo sempre fregati delle logiche commerciali. In particolare oggi, stampare un disco ufficiale non costa nulla, ma potrei non avere sufficienti brani da inserirvi. Insomma, compongo quando ne ho voglia e registro quando ne abbiamo la possibilità. Credo anche che un progetto come Addraunara stia bene in un cd-r o addirittura in mp3 o in download. Cioè, non voglio arrivare a chissà quali quote commerciali. E’ un po’ il mio personale sfogo da metallaro e sono contento che ci siano dei ragazzi che seguono Addraunara, ma non è mai stata mia intenzione fare live o dischi da supportare a livello internazionale. Poi oggi è crollato tutto, che importa quale sia il supporto? L’importante è fare arrivare la musica a chi la desidera. Considera che ad oggi Addraunara sommando i tre dischetti realizzati sia avvicina ad un migliaio di copie fatte fuori, e ciò mi basta e avanza.

 

Molti fan non comprendono questa scelta estrema di rimanere così dannatamente underground. Che mi dici al riguardo? Che tipo di feedback hai avuto tu?

 

Be’, io sono fuori dal giro, come lo sono tanti altri ragazzi della Scena. Non ho proprio rapporti con nessuno. Insomma, era bello a vent’anni vedersi nella casa i campagna di Agghi e pestare, masticare metal dalla mattina alla sera. Ora siamo un po’ schiacciati dal peso di questa merda di società, non è facile restarne fuori. Agghiastru, Franco ‘Astiu’, Rosario e altri sono ancora lì a sporcarsi le mani. Fanno dischi, concerti, allargano i propri studi di registrazione e investono, ma io non ho voluto far diventare la mia presenza più ingombrante di quello che è. So che Næl è piaciuto a chi ci segue da tanto tempo, e mi sta bene così. Posso solo impegnarmi a fare musica con più frequenza.

 

C’è stata qualche motivazione particolare che ti ha spinto a ritornare a suonare con Addraunara? Mi riferisco anche al restyling delle cover degli EP e all’inserimento di alcune bonus-tracks nei vecchi dischetti?

 

Tutta questa cosa della musica come la nostra Storia da rispettare e onorare, nonché tramandare ecc ecc, parte sempre dalla mente di Agghi. Un giorno si è svegliato, momento in cui la Scena sembrava fosse caduta in uno stand-by preoccupante, intorno al 2008 mi pare, e mentre lui si dedicava al suo progetto solista, e dice: ‘’dobbiamo rendere il nostro catalogo vivo per una società morta. Dobbiamo lasciare sempre e comunque la nostra traccia, la nostra Storia che cresce con noi…’’ eccetera, insomma, lo sai no... Da qui, incontrando anche i favori di Rosario per una deriva più metallara, si ricomincia a parlare di progetti, comprare dischi, insomma, si ritorna un po’ ventenni. Io nel frattempo mi ero preso una cotta per i Oranssi Pazuzu, Agghi non sapeva neanche chi fossero. Allora venne il tempo di presentare meglio le cover dei vecchi Ep. Inserire il pezzo Marusu come bonus su Izael ma anche recuperare Surtilegiu che avevamo preparato e poi lasciato a metà per la compilation del 2008, insomma, ci siamo innamorati nuovamente, ma con una consapevolezza nuova, di quel che eravamo e con rispetto continueremo da essere. Con Franco Astiu abbiamo anche ripescato due brani per La Caruta di li Dei da inserire come bonus tracks in Scilla & Cariddi. E' stato un momento di archeologia e restauro del nostro passato, ma che ci parlava fortemente al presente.

 

Questo spiega la quantità di EP usciti di ‘vecchi’ progetti: Ultima Missa, Visina e poi Inquietu, Astimi. Grande rispolvero per il passato e anche novità...

 

Sì, diciamo che capita che ci si assopisce un po’ e poi si ricomincia a vedere meglio quello che hai costruito negli anni, e capisci che è un vero peccato farlo perdere, anche se rimarrà ad un livello di cd-r, l’importante e fare, essere presenti e continuare questa nostra Storia. Molti si lamentano e basta, noi invece continuiamo a fare. Prendi i Bal-Sagoth, che adoro, non fanno un disco dal 2006 e questo perché probabilmente non trovano una casa discografica che investa su di loro. Magari mi sbaglio, ma non mi spiego perché non facciano più dischi se non per assenza di regole commerciali. Trovo la cosa molto negativa nei confronti dei fan, motivo per cui, se io fossi i Bal-Sagoth, etichetta o meno, continuerei a fare dischi, stamparli su cd-r, e continuare a condividere la musica con chi mi ama e supporta. Mi chiedo invece a che serva questo silenzio dei Bal-Sagoth che dura da quasi dieci anni. Spero che i ragazzi apprezzeranno la nostra logica. Mercato in crisi o meno, noi cercheremo sempre di far arrivare loro la nostra musica. In ogni modo. Chiaro che anch'io per motivazioni diverse sono stato assente parecchio, ma non certo perché nessuno mi stampa il disco. Infatti eccoci qui, chiuque lo voglia può supportarci e avere musica nuova, ed oggi siamo rafforzati più che mai.

 

Quali credi possano essere allora i passi futuri, cosa dici ai fan che seguono una Scena musicale così anarchica e discontinua? Cosa accadrà nel vostro prossimo domani?

 

Guarda, non so gli altri, ma da quando una parte di Scena si sta ritrovando in quel di Torino, la Scena Mediterranea sta subendo una positiva spinta in avanti. Ci sono vecchi e nuovi amici che contribuiscono alla crescita di essa, da M. Suppo ad Andrea e Alessio ex Tronus Abyss, a Simone Le Mepris e i suoi milla progetti, Fabrizio coi Lava, insomma, l’aria nuova di lì ha fatto bene. C’è la Taurina Records che dovrebbe sponsorizzare qualche uscita, forse ufficiale. Ci sono nuovi progetti musicali nati lì e vecchie glorie che ritorneranno. Non è detto che si rimanga sempre totalemente ‘underground’. Si sta discutendo, immagino al caffè (certo che lo Scandaglia era un’altra cosa) però in ogni famiglia musicale poi ci vuole linfa nuova, ed oggi c’è, sia una nuova vitalità che una maggiore consapevolezza di sé. Hail Mediterranean Scene!

 

- marco INCH Productions staff

 

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