LAMENTU intervista Jattura

 

 

Jattura è uno stupendo lavoro ma, come sempre, e questa è l’opinione del sottoscritto e di molti di voi che leggete, vanificato dal supporto del CD-r e dalla durata di un sostanzioso EP, e non invece un album vero e proprio. 10 brani dieci per un definitivo ritorno dei LAMENTU.

Era il 2001 quando la band faceva uscire il proprio debutto dal titolo Liack dopo una serie di cruenti demo. Quello che vorrei tirare fuori da questa intervista a Liotrum (voce e chitarra) è di fare un po’ di chiarezza in merito alla vitalità del progetto.


Dunque, ti va di fare un breve passo indietro? Era la fine della decade ’90 e con due demo crudissimi avete dato il via alla vostra mistura di black metal tribale all’interno della Mediterranean Scene. Che ricordo hai?


Il tempo passato lo prendo in considerazione se mi serve a dare uno slancio al presente, altrimenti non serve a niente. Certo, erano tempi stimolanti per tutta la scena metal mondiale e noi, in qualche modo, volevamo contribuire con qualcosa di originale.


Erva Tinta e il successivo Aggrissu del 1998, sentiti oggi, fanno uscire più di qualche lacrimuccia, e ai tempi faceste anche dei live per supportarli. Cos'è rimasto di quei Lamentu oggi?


Sì, era tutto un’avventura. Da noi, ad Agrigento, non c’erano veri e propri studi di registrazione, ma stimolati dalla registrazioni crude del primo black metal norvegese, ritenemmo che la nostra musica fosse presentabile al pubblico, anche registrata così come la senti su Erva Tinta. Facemmo anche dei concerti storici per il tempo. Un paio sensazionali a Palermo, da soli e poi di supporto a Inchiuvatu e Addraunara. Ma eravamo veramente giovani e vogliosi di credere in qualcosa. Via via abbiamo capito che il mondo lì fuori diventava sempre meno accogliente e interessante, anche per la nostra musica e i nostri sforzi.


Arriva dunque il debut-cd Liack nel 2001, che aspettative avevate e come è stato accolto.
Le aspettative erano molte da parte nostra ma non ricordo particolare entusiasmo.

 

C’è da dire che Agghiastru è una persona geniale, ma come tutte le persone di qualità, hanno anche lati estremamente mediocri. Dico questo perché la sua natura profondamente creatrice è anche capace di distruggere tutto quello che ha attorno. Liack è stato affossato dalla sua sete di fare, di affermare. La registrazione non era all’altezza, ma neanche la promozione. Ma per lui è importante FARE, fare, fare! Anche con gli Inchiuvatu non è mai riuscito a capire che sarebbe stato meglio concepire meno e spingere di più la conoscenza del progetto fuori dai confini della sua testa. Tutta la nostra carriera, come Lamentu, è stata poi ‘sacrificata’ dalla sua presenza/assenza, sia come musicista che come produttore.


Sul rapporto bulimico di Agghiastru con la musica non è la prima volta che riceve critiche, anche se dubito che se ne curi più di tanto. Tuttavia, da Liack in avanti, una serie di interessantissimi EP sono comunque arrivati. Mi riferisco a NiurAfrica del 2005 e poi Tabutu del 2010.


Certo, siamo tutti emotivamente coinvolti nel progetto, per cui a distanza di 4 o 5 anni, riusciamo a tirar su dei brani nuovi e più o meno interessanti. Qualche buon risultato l’abbiamo e lo stiamo ottenendo.


Anche il modo di comporre è cambiato un po’. Ora è più maturo e dettagliato. Quali sono stati i momenti di svolta nel vostro sound e chi suona veramente nei Lamentu?


Fino a Liack la proposta nella nostra mente era chiara ma acerba, anche nelle nostre registrazioni. Poi man mano, e questo grazie anche ad Agghiastru, abbiamo definito meglio tutto: tempi, riff e melodie. Sicuramente se Liack avesse avuto la registrazione di NiurAfrica sarebbe stato più ‘potente’. Poi Tabutu e Jattura hanno ultimato lo stadio di maturazione del progetto Lamentu.

Riguardo al modo in cui operiamo è semplice. Io, Ummira e Jafà quando possiamo ci troviamo a fare delle jam su dei riff che ho preparato io. A volte ci è capitato anche di confrontarci on-line poiché viviamo in posti diversi. Successivamente il materiale viene, diciamo pure, integrato dalla super visione di Agghiastru e Rosario che si amalgamano alla band arricchendo l'esperienza. Agghiastru riesce ad avare una visione d'insieme straordinaria, per cui è facile, anche partendo da un riff di chitarra, sapere in quale direzione andare.


E veniamo a questo splendido nuovo EP Jattura. C’è un naturale avvicinamento al modo d’intendere il tribalismo e il metal estremo dei Sepultura, ad un certo modo di fare black metal non tiratissimo, ma non per questo meno feroce, e poi le ampie venature melodiche che contraddistinguono da sempre il vostro sound.


Per prima cosa tutto suona meglio per via delle chitarre ribassate. Così il suono è più gonfio. Poi c’è maggiore equilibrio tra melodia e aggressività.  Meno cambi di tempo, rispetto al passato di NiurAfrica o Liack, ma più immediatezza per arrivare a dire quel che volevamo. È un lavoro meno ‘nervoso’ se vogliamo, ma con molta più anima. Sarebbe stato bello realizzarlo in CD, magari supportandolo anche live.

E perché non l’avete fatto? O meglio, io so perché, ma magari interessa ai fan del progetto…


Da un anno a questa parte ci siamo dati delle regole. Poiché tutto il mercato discografico è in crisi, se non in coma irreversibile, sarebbe inutile produrre un disco se non hai anche una band che lo può supportare live. E purtroppo anche i live, in Italia, scarseggiano o sono estremamente amatoriali. Il paese non vive affatto un buon momento, e andrà sempre peggio, specie per la musica.  Ha senso fare un disco quando la band c’è per i live e per tutto il supporto possibile. Purtroppo noi siamo oggi tutti molto impegnati con altre faccende, famiglie, lavori. Un EP ogni cinque anni è ancora programmabile, per un vero e proprio ritorno all'attività musicale come negli anni '90 non saprei…

Credi dunque che non vedremo mai il seguito ufficiale di Liack? Ci sono una moltitudine di quarantenni che aspettano ancora il Mediterraneo Atto II de La Caruta di li Dei, il seguito di TrinaCapronuM e molto altro...

 

Non saprei dirtelo, davvero. Comanda sempre Agghiastru, anche se ultimamente è Rosario che sta prendendo in mano le redini della parte estrema della famiglia. Alcuni di noi, nella nostra Mediterranean Scene, vogliono ritornare a produrre, stampare e fare live al di là di come vanno le cose nel mondo 'reale'. Se ci sarà spazio anche per i Lamentu dipenderà dagli impegni di Agghiastru e Rosario. Io, Ummira e Jafà possiamo solo esserci di tanto in tanto per marcare il territorio costruito all’interno della Scena, dire che esistiamo ancora e forse, non moriremo mai.

 

Vale la pena, in conclusione, spendere due parole per il concept che sta dietro alle tematiche dei Lamentu. Ritroviamo infatti in copertina Liack-Aru e molti richiami al debut album Liack...

 

Continuiamo ad onorare la figura di questo demone pagano-africano ritrovato in un vecchissimo testo del V secolo a.c. In molti ci hanno chiesto chi è o cosa rappresenta. In realtà, come per gran parte dei filosofi pre-socratici, non abbiamo che frammenti, testimonianze mitologiche di chissà quale cosmogonia (probabile assiro-babilonese) e un'antica moneta dove egli è raffigurato.

Nei nostri testi abbiamo sempre raccontato che egli è un demonio-dio, una sorta di demiurgo che infuse la vita nella scimmia facendola diventare uomo. Salvo poi pentirsi per l'aberrante creazione che, ovviamente, gli si rivoltò contro. L'uomo è un errore e noi abbiamo raccontato l'eterna lotta tra la consapevolezza dell'uomo di questo fatto e l'impegno da parte di dio di voler rimediare al misfatto. Un po' Prometeo con gli Dei dell'Olimpo. Oppure il dio cristiano con gli uomini. Nel nostro caso Liack-Aru con le sue creature scimmiesche; l'uomo come lo conosciamo. 

Attorno a Liack-Aru c'è tutta una corte di figure più o meno ambigue che, come per gli dei dell'Olimpo, patteggiano talora per il dio supremo o per la fallibilità dell'uomo. Poiché questo carico di fantasie è comune a tutte le religioni, abbiamo pensato di associarvi una sorta di immagine di santerìa, riconducibile all'incrocio di vari culture, superstizione cristiane-africane.

 

Ci auguriamo tutti che la nostra amata musica non muoia mai e in qualche modo ci restituisca una certa immortalità accompagnandoci sempre nel tempo. Magari finirià il supporto fisico, infatti potete supportare Jattura sul nostro bandcamp, ma non certo la scintilla geniale che ha generato un progetto come quello dei Lamentu.

 

marco INCH Productions staff

 




 

 

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