LAVA, l'abisso di fuoco

 

Il progetto LAVA era partito con mire più drone, salvo poi aprirsi a sonorità più doom/gotiche. È il caso del conclusivo Empedocles part II, dove una oscura linea melodica serpeggia per tutta l’estensione del disco. Oggi voglio approfondire le dinamiche del progetto col maestro, col boss, col demiurgo.

 

Quant’è necessario un progetto come i LAVA nella tua visione Mediterrenean Scene, e come nasce la tua visione complessiva.

 

Quello che molti non hanno ancora compreso, è che ho sempre immaginato la totalità dei progetti che raccontano le musiche della mia scena mediterranea. Quando iniziai a ragionare su Inchiuvatu, per esempio, sentii subito il bisogno di allargarmi con altri progetti ad altre influenze musicali, ossia quelle offriva il luogo da cui provengo.


Quindi è corretto immaginare il tuo lavoro di musicista visionario ragionandolo come un insieme di progetti che raccontano un’unica idea musicale…

 

Certo, perché se dietro ci sono sempre io, ogni progetto rappresenta una tessera di questo grande mosaico Mediterraneo. Non a caso ho scelto un albero per simbolo e la ramificazione di tali progetti dovrebbe esser ormai chiara… ossia leggerla come un unico grande moto musicale. Detto questo, come potevo ignorare la Sicilia vulcanica? Proprio davanti Sciacca c’è uno dei più imponenti vulcani sottomarini di nome Empedocle. Nel 1968 anche Sciacca è stata interessata dal terremoto della vicina valle del belìce. Senza considerare i vapori che affiorano sul Monte Kronio, da sempre partecipi dei miei racconti. Se per i Lamentu c'e stato subito un forte richiamo con l'Africa, per La Caruta di li Dei col mondo greco-romano, per Inchiuvatu il barocco gattopardiano eccetera eccetera, per i LAVA, tutto era sepolto nell'abisso del mare.


Il progetto LAVA nasce nel 2011, anche grazie all’incontro con Fabrizio…

 

È stato lui proprio a Castelmola, il promontorio  di Taormina, a farmi accorgere che oltre al teatro greco il mio sguardo poteva posarsi su ‘a muntagna'. Infatti davanti ai miei occhi c’era l’Etna in tutta la sua potenza. Non so perché l’ho sempre ritenuto un simbolo minore della mia narrazione, probabilmente per questioni geografiche, ma se ci pensi l’Etna è un po’ in nostro monte Fuji, dovrebbe figurare sullo sfondo ovunque… Comunque sia, Fabrizio mi disse: “vedi come la lava scende dal vulcano e viene lenta a falciare tutto?” . Ecco da qui il suono che doveva avere il progetto, lento, distruttivo, oscuro, e anche per il logo, old-style, abbiamo mantenuto questa idea della falce.


Da lì in avanti il progetto è stato abbastanza prolifico. Il seminale Incandescenza presenta ancora qualche incertezza organizzativa, ma col successivo Crateri, si fa immediatamente chiarezza. E siamo nel 2013.

 

Come ti dicevo davanti Sciacca c’è l’isola Ferdinandea, uno dei crateri del più maestoso vulcano sottomarino Empedocle. L’isoletta compare e scompare nel mare ma anche nella mia immaginazione. Solo che ora comprendevo che doveva musicare la cosa. In quell’EP sperimentammo molto anche sull’aspetto vocale, introducendo dei cori epici. Lo trovo un lavoro spettacolare, se consideri che non abbiamo mai avuto comodità nel registrarlo. Infatti una parte nasceva a Sciacca, un’altra a Torino, poi un’altra ancora viaggiava in rete e andava a veniva da Berlino a Catania. Un fluido inarrestabile.


Tra il 2014 e il 2015 escono i 12 brani che compongono gli EP di Empedocles. Non si può non associare alcune divagazioni musicali vicine agli Earth, sei fan?

 

Il mondo drone-doom-ambient, non è mai stato tra i miei generi preferiti, però è vero, gli Earth li ritengo più vicini ai LAVA più di quanto non lo siano i Sunn O))). In fondo sono sempre un musicista in cerca dell’armonia più che del caos.


Descrivici meglio le composizioni di Empedocles e i collaboratori del progetto.
I dodici brani prendono i nomi dei dodici banchi di questo vulcano sottomarino. Il tutto è molto evocativo.

 

Inizialmente volevo che i LAVA fossero un progetto strumentale, ma con il tempo ho ceduto e ho inserito qualche parte recitata o addirittura cantata in stile black metal. Nella prima parte di Empedocles part I, per esempio c’è Rosario, mentre nella seconda mi hanno dato un pregevole contributo Simon Silentium e Andrea Pagan Moon. Ogni brano incarna l’idea dell’onda che per sua natura è in qualche modo ipnotica, armonica e circolare. Pochi segni musicali e tanto precipizio dentro una musica oscura ma cangiante, ombrosa direi.


Sappiamo che, all'interno della scena, c’è un momento di pausa e rivoluzione. In relazione a questi eventi è già passato un anno dalla pubblicazione dell’ultimo lavoro, reperibile tra l’altro sul nostro bandcamp, dunque quali aspettative dobbiamo coltivare per i LAVA, si era pensato pure a qualche comparsa live...


Comincia ad essere un po’ dura seguire tutti i 23 progetti della scena. E spesso e volentieri diventa difficile coordinare gli impegni di tutti. Fabri, Rosario, ad esempio, sono sempre più sfuggenti. Ma non è certo finita l’ispirazione. Anzi, direi che il cuore della terra pulsa eccome, e presto o tardi, riuscirò a lavorare quietamente ad un nuovo capitolo. Le idee sono tante e non ti nascondo che abbiamo, qui a Torino, pensato di organizzare degli show che incarnino lo spirito dei LAVA come band. Non so, vorrei che ogni probabilità live avesse alle spalle un disco ufficiale... per cui, mai dire mai.   

 

 

marco INCH Productions staff

 

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