Il Disprezzo di Rosario

 


Conosco Rosario Badalamenti da almeno 10 anni e posso garantirvi che sempre più ne comprendo il pensiero e sempre più non esito a definirlo un punto di riferimento. C’è da dire che, oltre alla musica, e questo vale un po’ per tutti gli artisti della Mediterranean Scene, si ha nei loro confronti la percezione che sia più interessante ascoltare e seguire le logiche esistenziali che non le opere musicali in sé.

E non esagero a definirle Opere perché, per i più attenti ovvio, il percorso musicale-artistico dei vari EP a firma 3, o la più cruenta creatura a nome Maleficu Santificatu, hanno definito negli anni una vera e propria filosofia musico-concettuale di vita. Oggi voglio fare il punto su questo signore misterioso dal nome e cognome evocativo e terrificante.

È uscito un nuovo EP dei Maleficu Santificatu dal titolo esplicito e in linea coi precedenti: Il Disprezzo. E fin qui tutto normale, se non fosse che in realtà gli EP sarebbero due, e il secondo è già pronto e ha come titolo L’Orrore. Ma la cosa più importante da segnalare è che si era detto basta a EP dei Maleficu Santificatu, ed era il 2014 col definitivo, allora,  La Blasfemia. Cos’è successo in questi ultimi due anni?


È arrivata l’apocalisse e molti non se ne sono neanche accorti. Non ha più senso nulla, potrei uccidermi da un momento all’altro se solo trovassi una buona scusa. Mi fa troppo orrore vivere col genere umano del mio tempo. Ragion per cui ho voluto raschiare il fondo del barile e dare in pasto alle belve, quali voi siete, tutto il possibile. Bestiame fono-bulimico che ormai è abituato a gustare merda di ogni tipo e che di certo non avrebbe disdegnato altro materiale mio o dei Maleficu.

Questa mi sembra una buona premessa, ma non mi stai dicendo del perché vi siete trovati ad annunciare la fine dei Maleficu in EP e poi, da un momento all’altro, alla realizzazione di ben 12 canzoni nuove. E poi, perché non fare uscire il tanto desiderato debut-cd con questi numeri musicali? Gli Ep ormai sono ben sette.


Ma che importanza ha il formato? Ormai la musica è FINITA. Non c’è più alcuna logica di fruizione, impegno sociale, distribuzione e supporto. Prima cercavo di arginare l’ascolto della mia musica. Poi molti l’hanno scovata, pochi l’hanno compresa, e in fine ai più non interessa neanche. Personalmente faccio musica per me stesso, ma allora anche le tue domande sono inutili, come questa intervista del resto. Cosa cazzo vuoi divulgare, e a chi? Cosa vuoi stampare? Non m’interessa nulla, poiché anche in ‘nulla’ è una definizione che disconosco. Io non esisto, e come tale, non ha senso neanche pensare di descriverti ciò che faccio o scelgo di fare. Neanche la mia musica esiste di fatto. Essa rappresenta solo quello che voi vorreste che fosse. Annientatevi tutti, ne guadagnerete in salute, credimi.


Be’, tutto è inutile, la vita, il tempo, la società, ma visto che la musica c’è (ed io la percepisco) e le tematiche anche, di che parlano? Attingono dalla realtà sociale, politica, mi vuoi fare qualche cenno? Anche tu ci sei dentro fino al collo…

 

Riguardo alle tematiche de Il Disprezzo, quando iniziammo a buttare giù qualche riff era l’estate del ’15. Bastava ascoltare quel che succedeva al di là del Mediterraneo e al di qua del mondo civilizzato. Una meraviglia di ipocrisia. Immondizia umana pronta a mangiarsi l’un l’altro come zombi. Una straordinaria Europa di morti viventi, mentre altri morti la invadono per divorarne le viscere, ad ogni costo. Uno scenario apocalittico e che non accenna a placarsi. L’Inferno è in atto. Attorno a noi c’è il male santificato sancito dall’Onu. Dovevamo per forza lasciarci ispirare, e dunque manifestare tutto il nostro disprezzo e orrore, per tali situazioni. Il genere umano deve estinguersi tutto, indistintamente. Verrà il giorno in cui ebrei, musulmani e cristiani arriveranno alla resa dei conti, altro che integrazione, disintegrazione, ed io me ne starò su un’altura a godere dello spettacolo offerto. Bellum omnium contra omnes.


Be’, facile a dirsi difficile a realizzarsi. Le tematiche affrontate oggi escono fuori dai soliti cliché metal, tutto inferno fuoco e fiamme, ma tu nella realtà, come affronti il vivere quotidiano e comune?

 

Amico, io non faccio parte di questa democratica società di selvaggi. Basta solo volerlo, cercare di starci lontano il più possibile. Io non ho una macchina, una vera trappola economica. Non vivrei mai in città o in un condominio. Non fumo, non bevo, non mi drogo. Mangio pochissimo e non sono mai entrato in un supermercato. Mai seguito la televisione. Non ho conti on-line o in banche, e i network sociali possono andare a farsi fottere. Sono recinti per pecore. Dovete boicottare tutto. Non ho un telefono iPhon, non faccio niente per cui mi si rende indispensabile la società industriale, e anche se dovessi ammalarmi, pensi che vada ad elemosinare un po’ di vita in più da qualche dottore? La conquista della libertà avviene quando puoi dire a te stesso che, su questa terra, non hai bisogno di nessuno. Ti colga la morte e così sia, ma mai dipendere da qualcuno!


La prima cosa che salta all’occhio è la continuità delle tue opere. Sia con 3 che con Maleficu Santificatu sono presenti gli stessi schemi, sia nella scelta dei suoni che delle grafiche. Dimmi qualcosa in merito.

 

Questa cosa della continuità è opera di Agghiastru. È lui che ama le cose seriali perché è un collezionista, un paranoico e un maniaco dell’ordine e del tempo. Illuso, il tempo non esiste e lo sa pure lui… Tuttavia penso che per il fan, avere tutti i dischi uguali, coi disegni e le grafiche, è come una raccolta di figurine no? Infatti ‘sti stronzi vogliono vivere in un eterno passato che ritorna. Riconquistare la loro perduta infanzia. Per esempio, penso che gli Immortal si dovevano disintegrare dopo Blizzard Beast, poi invece hanno cambiato logo, suono e genere… Patetici. Ora Abbarth ha fatto un suo progetto che ne rievoca l’anima… l’adolescente, non riuscendoci minimamente, ovvio. Ancora le stesse mosse da pagliaccio, ma sparati! Il suo è accanimento terapeutico verso un nome glorioso, gli Immortal, morti e sepolti e comunque invecchiati malissimo.


Chiaro, ma non mi hai detto perché non avete pensato di fare finalmente un debut-cd, avevate ben 12 brani pronti. Perché avete scelto di dividerlo ancora in due cd-r, sarebbe stato un bell’addio e magari, oltre agli Immortal, dimostrare che c'è ancora del sano black metal in giro...


Perché a me non frega niente e perché poi non è un addio vero e proprio. Quello che posso dirti è che sia Maleficu Santificatu che 3, sono progetti che intendo mettere in stand-by per un po’. Per cui dubito che arriverà mai un debut-cd di qualcosa.


Questo vuol dire che stai pensando seriamente di abbandonare la musica? L’hai detto più volte…


No, e lo sai bene. Sto cercando di portare avanti altre due creature musicali: Balàta e Tirannìa.


D’accordo, di questo parleremo dopo allora. Dimmi invece qualcosa in più di questo Il Disprezzo.

Ancora? È il solito bordello merdal dei Maleficu. Registrato perlopiù in presa diretta. Sporco, grezzo e senza regole. Non m’interessa sperimentare. Mi sono dato delle direttive precise. Le mie due anime sono una tecnologica, e l’ho espressa con 3, e l’altra super grezza espressa nella musica dei Maleficu. Stesso discorso puoi applicarlo a Balàta e Tirannìa.


Ho capito che hai più voglia di parlare di questi nuovi progetti che non del 'passato'. Ma prima di arrivarci, dimmi ancora qualcosa riguarda al progetto 3. Pop è quindi l’ultimo lavoro?


Ho necessità di prendermi del tempo e focalizzare gli anni trascorsi nelle trame di tutti quegli EP, sia 3 che con Maleficu. Per farlo appieno debbo mutare pelle come un serpente, salvo poi ritrovarla lungo il mio cammino errante e mangiarla. E poi mi chiedo se avrò ancora vita a disposizione. Ma sto imparando a non pormi nessuna domanda, come avrai capito. Vedremo, oppure chiuderemo gli occhi.


Non è che poi tra qualche tempo ci ritroviamo un doppio EP a firma 3 e altri venti lavori dei Maleficu sparsi in altrettanti cd-r?


No, tranquillo, sono in stand-by. Non morti, ma c’è bisogno di una pausa. Ma poi: e se anche tradissi me stesso e quel che dico? Pensi che la mia coscienza se ne avrebbe a dispiacere?


Parliamo allora del futuro prossimo. Stai già lavorando ai due nuovi progetti, Balata e Tirannia?

Sto aiutando Agghiastru con Via Lucis, l'ultimo capito della pentalogia di Inchiuvatu e lavorando da un po’ a Balàta, progetto che intendo portare anche in sede live. Diversamente dalle tematiche di 3, legati in qualche modo alla spiritualità e alla religione, con Balàta voglio esprimere pesantemente la mia visione pessimista e nichilista verso l’odierna condizione del genere umano. È ora che vi ponga la parola fine su tutto. Che si sigilli con una balàta (che in siculo indica un pesante coperchio, lapide o copertura funeraria) questa immondizia di essere umano.

Mi sembrava del tutto inutile chiedere se il genere proposto fosse di natura estrema ma io so che, dopo le recenti 'critiche' di svolta 'pop' da parte di alcuni amici della Scena, Rosario Badalamenti intenda dimostrare la sua determinazione a ristabilire il concetto di estremismo sonoro che gli è caro. Staremo a sentire e soffrire.

 

marco - INCH Productions

 

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