MED Scene 2016

 

 

Mai come oggi è necessario fare il punto sul tempo che stiamo vivendo. È necessario parlarvi dei volti, vecchi e nuovi, di una scena musicale che sa rinnovarsi con progetti e visioni oniriche. La Med Scene sta per oltrepassare il ventennio, se consideriamo il 1996 come momento in cui viene recensito pubblicamente il primo demo di Inchiuvatu. 

 

E da quel demo in poi, l’idea di una scena mediterranea venne alla ribalta, ed oggi l’animo virile di questi ragazzi, collaboratori, gente di passaggio, reietti della società globalizzata, musicanti di ogni specie involuti, vuole ancora stupirvi e raccontare quelle sfumature metafisiche che furono dell’ormai mitico cantore/menestrello nero.


Agghiastru è sempre stata la figura centrale che regge le dinamiche di questo microcosmo musicale. Le origini, lo sapete bene, nascono in un piccolo borgo siculo in quel di Agrigento. Terra mitica e con una cornucopia di infinite fascinazioni. Ma nel tempo altri attori sono entrati in scena per rendere ancor più comprensibile il dispendio di energie di questo artista e delle sue idee.


Il più antico ed estremo personaggio, nonché uno dei più importanti, è sicuramente Rosario Badalamenti. Infatti potremmo oggi dividere la guida delle bande musicali in questo modo: Inchiuvatu, La Caruta, Lamentu, Astimi, Ultima Missa, Visina, Addraunara e Inquietu, sono i progetti più vecchi e legati alla direzione di Agghiastru. Questo vuol dire un particolare modo di gestire la composizione e la registrazione, nonché la tempistica dei vari lavori. Per quanto riguarda invece la guida di Rosario c’è un’ondata di roba nuova a partire dal 2009: Lava, Vasamatri, Balàta, Tirannìa, Tabula Rasa, senza contare i due progetti più vecchi (2001-2003) rappresentativi dell’estremismo del solo Badalamenti, ossia 3 e Maleficu Santificatu. In questa galassia di nomi però le sorprese non finisco qui… Anzi, c'è una costante innovazione e affiliazione di nuovi elementi disturbati dalla società contemporanea, e altro non possono fare che sfogare la loro depressione costruendo musica.


Infatti, oggi, all’interno delle Mediterranean Scene, sono stati costituiti due collettivi: quello funebre con progetti come Ultima Missa, Ossarium, Vara e Tenebra, legati alla rappresentazione musicale della morte. E quello più occulto e maleficu che, oltre ai già citati progetti di Rosario, ingloba anche i Tabula Rasa, Tirannìa, Balàta e Vasamatri.

 

Potrebbe anche esserci un terzo collettivo costituito da progetti più propriamente legati alla parte epica della scena: La Caruta di li Dei, Addraunara, Basiliscu e Sintenza, per esempio, ma finiremmo davvero col perdere di vista il vero senso della cosa.

Quello che è certo è che la vecchia definizione 'Penta Carpentus Immaginarum Gudazzu' che identificava la nascente scena coi 5 progetti principali in cui era coinvolto Agghiastru, è decisamente superata.


Altre manifestazioni musicali oltre il metal canonico sono venute fuori nell'ultimo periodo: Sartanah, Bujo Celeste, nonché il progetto omonimo Agghiastru, che vanno a rinforzare con diverse partecipazioni di artisti, l’enorme ramificazione di quest’albero che da sempre è il ‘mondo ideale’ di Agghiastru. Ogni idea, melodia, immagine, filosofia e visione, viene convogliata all’interno di questi progetti, ma soprattutto condivisa con la maggior parte di voi.

 

Spaventati? Be’, direi di sì, perché per capirci qualcosa sarebbe necessario e indispensabile che chi decidesse di avvicinarsi alla Mediterranean Scene ascoltasse almeno un titolo per ogni progetto degli oltre 60 EP, e uno dei 9 CD ufficiali (perlopiù presenti sul nostro bandcamp).


Ma tutto ciò, nel tempo di un ventennio, è stato possibile anche perché la Mediterranean Scene è uscita dal borgo saccense ramificando anche altrove. Da Torino a Milano, da Berlino a Roma, oggi la Med Scene è ovunque. Una sana emigrazione che non ha certo perso le proprie radici ma che anzi le ha fortificate. Questo è stato possibile grazie a nomi come  Patrick Lord Timpesta (Inquietu, Ultima Missa), Antony Nadur (Addraunara, La Caruta, Inchiuvatu), Fabrizio Salina (Lava), Claudio Sturiale (Basiliscu, Bujo Celeste), Marco l’onnipresente MARCO (Basiliscu). E poi ancora Tati, Andrea, Simone, Maurizio Suppo (Astimi, Lava), Totò Vulgata (Astimi, Inchiuvatu, Tirannìa), Sal Asmodeus (Sintenza), Pier Marzano (Addraunara) tutti nomi che, in un modo o nell’altro, stanno credendo e potenziando l’idea di questa mitica scena.


Alcuni nomi negli ultimi anni si sono messi un po’ da parte, pur mantenendo, in qualche modo, attivi i rispettivi progetti. Perché semplicemente la vita prevede impegni che,  a volte, costringono ad allontanarsi dalla musica o ne ritardano temporaneamente l’effetto. Lavoro, famiglie, trasferimenti. Infatti non si può non citare pilastri delle Med Scene come Tonì, Max Liotrum, Tony Frenda.

Agghiastru ha cementato, unito, organizzato. Ha elevato, amplificato e tiranneggiato ogni possibile crescita musicale e spirituale, sua e di chi gli  è stato accanto. Oggi si vorrebbe far emergere molte più idee libere dai cliché metal, e rendere il metal estremo ancora rivoluzionario come lo fu agli inizi degli anni ’90.

Queste sono le nostre prerogative, il nostro manifesto e, finché la Mediterranean Scene ne avrà la forza e il tempo, nonché una insana manovalanza di artistoidi, sarà tutto fatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Emiliano G. INCH Productions staff

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