Chiarimento per gli ESTIMATORI

 

Periodicamente mi capita di rimanere basito di fronte alla superficialità con cui, molti nostri estimatori, loro convintamente così si definiscono, si approcciano alla musica di Inchiuvatu e della Scena Mediterranea. Nonostante i quasi 30 anni di attività e l’enorme materiale musicale e testuale, nonostante le interviste, le recensioni, le puntualizzazioni sui nostri siti ufficiali, ancora, Inchiuvatu e la Scena tutta, vengono considerate operazioni consolatorie per meridionali che, probabilmente attraverso l’affermazione delle stessa origine territoriale, immaginano un riscatto sociale di un popolo, quello del sud Italia, di cui non abbiamo mai parlato né tantomeno c’interessa occuparci. Non abbiamo mai preso in considerazione le questioni sociali, politiche, storiche, né quelle tradizionali né folcloristiche.

Il progetto Inchiuvatu, così come tutta la Scena Mediterranea, non si sono mai occupati di Sicilia né tanto meno di siciliani e delle loro necessità immanenti.  La Sicilia che emerge dalle mie, discutibili se vogliamo, visioni artistiche riguarda esclusivamente un vissuto personale e intimissimo e, tutt’al più legata alla storia della Sicilia greca. Anche nell’uso del dialetto siciliano, cosa che non abbiamo mai nascosto di ritenere personalissimo, desueto e distante dalle altre zone dell’Isola, spesso è stato strumentalizzato da tali estimatori facendone una questione di vanto regionalistico rispetto a una non ben precisata contesa col resto del territorio nazionale ed extra nazionale.

Fin dal 1997, data di pubblicazione di Addisiu, abbiamo sempre dichiarato che non condividiamo il dialetto in tutte le sue forme ed espressioni, non il suo insegnamento nelle scuole né l’uso nel quotidiano. Il dialetto, nella nostra, non condivisibile visione artistica, è una scelta intimista e misantropica, poiché data la difficoltà di comprensione, ci permette di narrare la nostra filosofia mantenendola celata ai più. Ma questi "più", molti dei quali di origine meridionale insistono, proclamandosi estimatori dei nostri progetti, ma poco hanno inteso della profondità di argomentazioni che, probabilmente non abbiamo saputo spiegare, ma che con scarsissima volontà ci hanno chiesto di approfondire.

Hanno preso il lato superficiale della cosa. La burletta goliardica della cantilena di Cristu Crastu, cosa che divertente non è, della facile tarantella. L’aspetto da promozione da ufficio turistico per esaltare chissà quali interessi paesaggistici. L’immaginario truce black metal canonico. La contrapposizione nazionalistica ad una ben più affermata scena quale quella norvegese e altre amenità di simile natura.

Inchiuvatu, così come tutta la Scena Mediterranea, narra di una visione personale e autenticamente asociale, misantropica, onirica, esistenziale e filosofica che niente ha a che vedere con la realtà carnale del periodo storico in cui siamo immersi. Seppur con l’utilizzo del dialetto siculo (a questo punto poteva anche essere una lingua puramente fonetica), con accostamenti legati al sentimento religioso quali il cristianesimo o con immagini folcloristiche chiare all’immaginario collettivo turistico, abbiamo sempre ribadito che questi facevano da sfondo per meglio amplificare l’idea originaria ma, proprio per la natura misantropica del progetto, forse era proprio il caso di non rivolgere alcunché a nessuno. E per questo fraintendimento da noi creato, ci scusiamo sentitamente. D’altronde abbiamo fermato i concerti e le uscite discografiche ufficiali al 2008. E guai a propagandare idee che mal interpretate, fraintese, non approfondite, ci vedano impegnati a scodinzolare sui social. E’ un lusso che non possiamo permetterci.

Abbiamo fatto parecchi errori nella comunicazione ma altrettanti errori li commettono coloro che, avvicinandosi al progetto con stima, farebbero meglio a informarsi prima seriamente sulla nostra proposta e contenuti e quindi verificare se realmente li condividono. Molti dei quali, periodicamente, invitiamo a non seguirci e rivolgere altrove lo sguardo.        

 

- agghiastru e la scena tutta.

 

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