Sartana con l'h

 

Senza troppi giri di parole vi spiegherò il perché del progetto Sartanah. Credo che ci siano due questioni principali...

 

 

La prima riguarda lo scenario, ossia il deserto. Sapete bene che nei due album firmati Agghiastru, Incantu e Disincantu, ho fatto largo uso di chitarre, chiamiamole pure semplificando “western” e di atmosfere ispirate a quel mondo lì. Pur non amando particolarmente il genere cinematografico, negli ultimi anni ho sentito una forte attrazione per l’aridità del deserto, con l’idea del duello all’ultimo sangue e il senso del vivere o morire che si nasconde dietro ad ogni cactus, a dire il vero a imperiose pale di fico d’india nel mio caso. Sarà che non riesco più a sentire il palpito di quel “giardino siculo” che ospitava le immagini retoriche e spiritate dei tempi di Addisìu, rigogliose di sessualità, peccato e malignità, ma mi sento sempre più errante sotto il sole cocente mentre mi si para davanti il vuoto, la desolazione, la fine della vita che ha nei cretti di una distesa di niente la sua giusta deposizione. Non c’è più l’atmosfera quieta e ruffiana della luna di Lu Jaddinu di lu Piaciri, ma un fottuto sole che annienta.

L’altra questione riguarda la parte musicale in assenza di testo, liriche, canto. Non so, in questi ultimi tempi ogni cosa che sento cantata mi appare banale, ostentativa, sentita  e risentita e a tratti inutile, e non fanno eccezione alcune cose da me scritte. Dunque un progetto interamente strumentale che lasci alla musica il sereno compito di condurre l’ascoltatore lungo quel sentiero di penitenza che è il deserto senza la distrazione del testo. Credo sia la soluzione migliore. Sta a voi lasciarvi sedurre dai suoni e sentire il peso dell’arido viaggio. Non vi nascondo che sono molto soddisfatto della nuova veste strumentale di progetti come i LAVA, Bujo Celeste e altri di prossima uscita. Nessuna paura per Inchiuvatu o Agghiastru, dove ancora riesco a sentire, a tratti, l’esigenza del cantato.

Il nome del progetto.

Abbiamo pensato immediatamente a qualcosa di facile e identificativo. Sartana è un pistolero celebre del periodo di celluloide italiano degli anni 70 chiamato spaghetti western (vedi anche  Django tra i più noti) e ci piaceva per i ricordi che ci evoca o per l’assonanza con Satana. Ovviamente per non mancare di essere ironici abbiamo aggiunto l’h, come nel caso di Sarah, Samantah, Deborah, ma forse abbiamo riso solo noi di questa scelta. La band, come tutte quelle della Mediterranean Scene, esiste e non esiste. C’è chi mette in dubbio addirittura la mia di esistenza, io in primis. Nell’Ep R.I.P del 2013 ho suonato in gran parte io le chitarre e le percussioni, ma anche Tati, Rosario Badalamenti, Patrick ‘Lord Timpesta’ e Franco ‘Astiu ’, hanno contribuito in qualche modo. Nel 2014 farò uscire un nuovo capitolo della saga Sartanah.

L’EP in questione...

R.I.P, è una sorta di concept che sia apre con la più western delle song possibili. Santannèra (nome di fantasia) è un becchino che vaga trascinando con sé una bara di djanghiana memoria. Vaga per il deserto mentre il sole e il rintocco di una campana annunciano la sua fine. Santannèra porta con sé tutte le anime che ha sepolto e il macigno della sua vita vissuta e sprecata a seppellire le vite degli altri. Non c’è pace per il becchino. La sua ombra lo ammonisce ad ogni passo. Arriva il momento del duello. Santannèra si trova nell’immensità arida e ha di fronte la sua ombrosa anima corrotta, spara. Santannéra scava per seppellire l’ultimo dei morti, se stesso.

Psychedelic Surf è un sospiro di sollievo per quell’atto, quasi di giubilo. Batteria elettronica minimale e un crescendo dark nato da sovra incisioni che ci ha divertito davvero. La title track R.I.P. è il requiem del nostro becchino. Avanza lenta e strisciante portando con sé quella che io definirei l’oscurità western. Noterete anche qua e là dei cori che, come un lamento latente agrodolce, esaltano le melodie principali dei brani. In Vento alla Polvere s’intravede un raggio di sole mentre in Nocturama e Mezzanote di Fuoco, che concludono l’Ep, si ripiomba nell’oscurità lamentosa del vagare errante.

Che altro dire... Spero apprezzerete questa mia nuova incarnazione musicale, ma senza particolare impegno.

agghiastru

 

 

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